Oggi però sono triste. Ieri sera Ingrid - la mia compagna - mi ha trattata molto male. Si è arrabbiata, come spesso accade, perchè sono disordinata e confusionaria, poichè non sono puntuale. Ma ha aggiunto delle parole irose, aggressive, che mi hanno offesa e addolorata.
La sento respirare lentamente accanto a me.
Sento che si è svegliata.
Non la guardo.
Si agita un po'. Scalcia, smuove la coperta.
Mi volto. E' appoggiata sulla pancia, il volto è sulle braccia incrociate, si è scoperta, ha abbassato le mutandine quanto basta per scoprire le natiche. Qualche volta mi ha parlato della severità di sue madre, di come accanto al suo letto di adolescente si trovasse sempre appeso un frustino pronto per essere usato.
E' evidente che si è pentita del comportamento di ieri sera. Lei, che spesso mi punisce, vuole essere punita.
Le parti si sono invertite. Aspetta che io la sculacci. Ma la farò sospirare un po'..
Accarezzo la sua schiena, scendo lentamente, arrivo alla curva sensuale dei glutei, la sento fremere, ritorno verso la schiena...
- Ieri sera - le dico - hai esagerato.
- Si,hai ragione.
- Meriti una punizione.
- Si.
- Che ne dici del battipanni che hai comprato? Era destinato a me... ma sarai tu a sperimentarlo per prima...
- Decidi tu, fai come ritieni giusto.
Mi alzo, apro l'armadio, prendo il piccolo, leggero, flessibile battipanni di vimini che Ingrid mi ha mostrato due giorni fa con un sorrisetto allusivo.
Il manico è lungo una quarantina di centimetri e termina con un elegante pala a forma di trifoglio. Lo agito nell'aria, mi avvicino al letto.
Il respiro di Ingrid si fa più veloce.
Alzo il battipanni.
Un lieve sibilo, uno schiocco sordo sulle natiche che fremono. Ingrid sospira. resta immobile. Aspetto qualche istante. Un altro colpo. Un altro ancora.
Ingrid trema, le sue natiche si sollevano lievemente, come se me le offrisse. Su di esse compaiono, piano piano, arabeschi rossi che si fanno sempre più intensi.
Colpisco ancora e ancora, lentamente. Voglio che Ingrid abbia il tempo di riflettere sulle sue cattive parole.
Un gemito, poi un singhiozzo. Ingrid mormora;
- Perdonami!
- Certo che ti perdono, ma voglio che tu capisca che mi hai fatto soffrire.
Colpisco ancora, con più forza.
Ingrid ansima, ma non cerca di sottrarsi alla punizione.
Ancora un colpo.
Ingrid singhiozza.
Getto via il battipanni, la abbraccio, la stringo a me. Pace è fatta.

raccolto molto garbato, breve ma... interessante,
RispondiEliminaPoesia pura! Non smettete mai di amarvi così
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